Consigli su short e long tables nell'Omaha
Andrea Lazzo - Mercoledì Agosto 25

Il Poker Omaha negli short table e long table
Nel poker Omaha il gioco dura in genere più a lungo rispetto al Texas Hold em. Per lunghezza del gioco qui si intende il numero di fasi giocate e non di certo il minutaggio. Le partite di poker Omaha si risolvono nelle ultime fasi di gioco, tra il turn e il river, anche se la maggior parte delle volte al river. Ciò sui cui si vuole porre l’attenzione in questo momento è la differenza tra tavoli short e tavoli long nel poker Omaha. Ricapitolando brevemente, i tavoli short sono quei tavoli che vedono tra i due e i 6 avversari, mentre i tavoli long sono formati da 7 a 10 giocatori.
Considerato ciò, provate a immaginare la differenza tra un tavolo da 4 giocatori, con 16 carte distribuite più le cinque della community,ed uno tra 10 giocatori con 40 carte distribuite più le cinque del board. Nel primo caso, ovvero nello short table, ogni giocatore avrà più speranze che le carte desiderate siano ancora nel mazzo, mentre nel long table, detto anche full ring, non solo questa probabilità decade, ma è anche più alta la probabilità che più giocatori dello stesso tavolo riescano ad ottenere punteggi ragguardevoli. Quindi, la prima differenza sostanziale tra Omaha nello short table e Omaha nel long table sta nel fatto che nel primo è più semplice manifestare le proprie potenzialità, mentre nel secondo le probabilità di vittoria vanno ad appiattirsi ed equalizzarsi.
Ciò nonostante, non bisogna tralasciare il fatto che mentre in un tavolo short la presenza nel gioco è quasi sempre attiva, soprattutto per i bui, nel tavolo Omaha full ring si può godere di più spazi tra un big blind e il prossimo small blind, in modo tale da poter giocare esclusivamente quando si detengono buone carte. A questo punto però scatta la distinzione fondamentale tra un full ring del Texas e un full ring dell’Omaha. Infatti, nell’Omaha, per il fatto che ogni giocatore riceve quattro carte, aspettare buone carte per chiamare la puntata in preflop potrebbe rivelarsi un errore.
Se non possediamo una coppia, ciascuna delle nostre quattro carte potrebbe vedere altre due dello stesso valore uscire già dal flop. In pratica, le probabilità di creare dei punteggi alti è molto più alta rispetto al Texas hold em, in questo modo si viene sempre attirati dal gioco a prescindere dal pocket iniziale. Se poi si considera l’Omaha High Low, questo fattore viene ulteriormente amplificato. Quindi, per quanto possa essere favorevole il fatto di poter attendere tra un big bling e uno small blind per poter rifiatare, nel poker Omaha questo discorso non vale molto. Se in fase di preflop conviene giocare sempre, allora tanto vale preferire i tavoli short, dove, essendoci meno giocatori, cala per questo motivo la percentuale di punteggi che potrebbero darci fastidio. Nei tavoli short dell’Omaha, inoltre, avremo più possibilità per far valere le nostre capacità nello sviluppo del gioco e nel bluff.
Considerato ciò, provate a immaginare la differenza tra un tavolo da 4 giocatori, con 16 carte distribuite più le cinque della community,ed uno tra 10 giocatori con 40 carte distribuite più le cinque del board. Nel primo caso, ovvero nello short table, ogni giocatore avrà più speranze che le carte desiderate siano ancora nel mazzo, mentre nel long table, detto anche full ring, non solo questa probabilità decade, ma è anche più alta la probabilità che più giocatori dello stesso tavolo riescano ad ottenere punteggi ragguardevoli. Quindi, la prima differenza sostanziale tra Omaha nello short table e Omaha nel long table sta nel fatto che nel primo è più semplice manifestare le proprie potenzialità, mentre nel secondo le probabilità di vittoria vanno ad appiattirsi ed equalizzarsi.
Ciò nonostante, non bisogna tralasciare il fatto che mentre in un tavolo short la presenza nel gioco è quasi sempre attiva, soprattutto per i bui, nel tavolo Omaha full ring si può godere di più spazi tra un big blind e il prossimo small blind, in modo tale da poter giocare esclusivamente quando si detengono buone carte. A questo punto però scatta la distinzione fondamentale tra un full ring del Texas e un full ring dell’Omaha. Infatti, nell’Omaha, per il fatto che ogni giocatore riceve quattro carte, aspettare buone carte per chiamare la puntata in preflop potrebbe rivelarsi un errore.
Se non possediamo una coppia, ciascuna delle nostre quattro carte potrebbe vedere altre due dello stesso valore uscire già dal flop. In pratica, le probabilità di creare dei punteggi alti è molto più alta rispetto al Texas hold em, in questo modo si viene sempre attirati dal gioco a prescindere dal pocket iniziale. Se poi si considera l’Omaha High Low, questo fattore viene ulteriormente amplificato. Quindi, per quanto possa essere favorevole il fatto di poter attendere tra un big bling e uno small blind per poter rifiatare, nel poker Omaha questo discorso non vale molto. Se in fase di preflop conviene giocare sempre, allora tanto vale preferire i tavoli short, dove, essendoci meno giocatori, cala per questo motivo la percentuale di punteggi che potrebbero darci fastidio. Nei tavoli short dell’Omaha, inoltre, avremo più possibilità per far valere le nostre capacità nello sviluppo del gioco e nel bluff.









