Giocare fuori posizione

Andrea Lazzo - Mercoledì Luglio 28



winning guy
Giocare medium hands fuori posizione

Giocare fuori posizione, nel poker, significa parlare prima di un altro giocatore. Giocare in posizione, invece, significa parlare dopo un avversario. Mentre è noto che giocare in posizione porta notevoli vantaggi, in quanto si può aspettare la giocata avversaria per agire di conseguenza, non sono così note le conseguenze né le strategie da adottare in caso contrario, ovvero quando si giochi fuori posizione.

Questa situazione è particolarmente sfavorevole, soprattutto nelle partite in cui si gioca contro giocatori particolarmente aggressivi, i quali con le loro puntate, potrebbero “sballare” le nostre, andando in all-in o rilanciando considerevolmente. Quando si ha la possibilità di scegliere, è sempre meglio sedersi alla sinistra dei giocatori ritenuti più forti o più aggressivi. Purtroppo (ma anche per fortuna), l’unica possibilità in cui si può scegliere il proprio posto è nei tavoli di tipo cash.
 

I tavoli cash


I tavoli cash sono quei tavoli in cui ci si può sedere e alzarsi in qualsiasi istante e quindi nel caso cambiare anche di posto. In tutti gli altri casi, sia che si giochi in tornei che in tavoli sit’n’go, il posto non è oggetto di selezione e perciò il giocatore deve adattarsi. Bisogna precisare, inoltre, che giocare fuori posizione non comprende solo la propria posizione nei confronti di un solo giocatore, ma comprende tutte le possibili posizioni rispetto a tutti i giocatori.
 

Fuori posizione: parlare prima di qualcuno


La dicitura “fuori posizione”, concludendo, vale a dire semplicemente “parlare prima di qualcuno”. Consideriamo ora come comportarsi genericamente quando si è fuori posizione con una mano “media”. La situazione diviene eleggibile di considerazione strategica laddove si abbia necessità di capire come agire, se scegliere di guidare il gioco o aspettare il giocatore alla propria sinistra. Si può ben capire, da questa supposizione, che non si può essere timorosi “ a priori”: sarebbe un gioco assurdo.

La migliore considerazione da fare invece, è quella sullo studio dei nostri avversari e soprattutto di chi ci siede alla nostra sinistra. Se abbiamo in mente di effettuare dei rilanci con dei punteggi non proprio ottimi, dobbiamo capire se questi verranno chiamati automaticamente dal nostro avversario e se questo è ciò che vogliamo. Se effettuiamo dei rilanci “notevoli” al fine di bluffare, potremmo correre il rischio di vederli raddoppiare dai loose aggressive o peggio dai tight aggressive (in questo caso, trattandosi di professionisti, potrebbero aver anche capito il nostro bluff).

Si badi che questi sono accorgimenti generali, da assumere in mani senza particolari condizioni favorevoli e non si considerano perciò strategie da utilizzare in caso di coppie o di high cards. Proprio il fatto di non possedere particolari vantaggi, deve portare a considerare meglio l’attenzione a non “strafare”, soprattutto quando non si conoscono perfettamente gli avversari. A questo punto, è bene ricapitolare brevemente quelle che sono le tipologie più note dei giocatori di Texas Hold em.

Queste comprendono i giocatori di tipo passive e quelli di tipo aggressive. Senza troppi problemi di traduzione,si può capire che la differenza tra queste categorie comprendono i giocatori passivi e giocatori aggressivi. Ognuna di queste categorie si divide in due sottocategorie: loose e tight. Così abbiamo i giocatori loose passive ( chiamati anche “calling station” , chiamano sempre e comunque); i loose aggressive ( giocatori spropositatamente aggressivi, che rilanciano persino con punteggi scarsi); i tight passive ( rilanciano o partecipano attivamente al gioco solo se in possesso di buone carte, perciò sono considerati i più prevedibili); infine i tight aggressive (giocatori professionisti che studiano gli avversari e sanno quando essere aggressivi e quando non esserlo, ma guidando spesso il gioco, sono meglio inquadrabili nella categoria aggressive).