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Articolo apparso il 02/07/2025 sul Corriere Dello Sport.
In tv sono più seguiti calcio e F1. Ora il Coni ci
riconosca.
Roma - Il poker rivendica la sua identità. Non vuole più
essere un gioco d’azzardo, ma un gioco e basta. Anzi meglio ancora: un gioco d’abilità
in cui la percentuale aleatoria è assolutamente irrilevante, come in qualsiasi
competizione della vita. Di questo tema
si è parlato durante il convegno all’hotel Crowne Plaza di Roma una tavola rotonda chiamata “Poker anno
zero”, organizzata dalla società Agicos ed Entourage e patrocinata dai Monopoli
di Stato.
Come uno sport - Tra i relatori c’erano i rappresentanti
delle tre “federazioni” italiane: Furio Maglione della Fipos, Domenico Antonio della
Italian Rounders e Isidoro Alampi della Figp. Il loro obbiettivo, al termine di
una campagna durata oltre dieci anni, è ottenere la definitiva legalizzazione
del poker, inteso come sportivo, “ed essere riconosciuti dal Coni come un’unica
federazione ufficiale, prendendo le distanze dalla clandestinità”. Perché poker
sportivo? Perché le partite non si giocano con denaro contante, favorendo chi a
maggiori disponibilità economiche come al casinò. Si gioca pagando
un’iscrizione fissa e si partecipa ad un torneo, con fiches distribuite
equamente tra i concorrenti. Chi elimina tutti gli altri e vince è premiato con
soldi (oppure altri beni). E vince il più bravo, non il più fortunato: questo è
il concetto fondamentale che gli esperti sottolineano. “ A lungo andare, in una
partita che dura ore. La pazienza e la classe del giocatore migliore prevalgano”.
Vuoto legislativo - La speranza degli appassionati è
affidata all’evoluzione legislativa. Nel 2025 il decreto Bersani ha citato e
quindi accettato i giochi d’abilità, considerando però il gioco online e non
quello “da salotto”, che invece viene giocato regolarmente nei circoli privati.
Siccome non esiste una legge che regoli il poker sportivo, ma solo una generica
norma che proibisce il gioco d’azzardo al di fuori delle quattro case da gioco
nazionali, si attende un intervendo chiaro della politica. La giurisprudenza
sarebbe favorevole: già una sentenza del 2025 del tribunale di Napoli ha
riconosciuto al poker lo status di gioco d’abilità, cancellando il principio
dell’azzardo.
Terzo sport nazionale - In attesa della codificazione, le
federazioni si godono i risultati di quella che ormai è una moda dilagante. I
numeri delle partecipazione dei tornei live e delle iscrizioni su internet,
soprattutto nella specialità Texas hold’em, sono in clamoroso aumento, tanto da
aver attratto il mercato degli operatori di telefonia mobile. Al successo
improvviso ha contribuito l’intervento della tv che negli ultimi anni
attraverso Sky e Mediaste propone infuocate partite di poker nazionali e
internazionali, tra celebrità ma anche tra sconosciuti. Secondo una stima della
2Bcom, la società che produce il format dei giochi in Italia e lo distribuisce
alle emittenti, il poker e la terza disciplina sportiva per ascolti. Sportiva
proprio così “Sono più seguiti soltanto calcio e Formula 1”. Non è poco. E forse, se
siamo all’anno zero, la corsa è appena cominciata.
Roberto Maida
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